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Mazara, ieri a Blue Sea Land il convegno: “La valorizzazione del pescato esperienze ed opportunità”. Intervista esclusiva, all'Avv. Abdel Fattah Mourou, vice presidente del Senato della Repubblica Tunisina

(Lunedì 10 Ottobre 2016)
Mazara - Nelle prime ore della mattinata, verso le ore 10, nella sala Consilare si è tenuto il convegno:

“La valorizzazione del pescato esperienze ed opportunità”.

Vi sono stati interventi di oratori di rilevanza, come il rappresentante della FAO, l’Euro deputato Marco Affronte membro della Commissione pesca, e poi si sono snocciolati vari interventi, fino all’ultimo, quello di Samir Taieb, Ministro dell’Agricoltura e della Pesca Tunisino, di fresca nomina.

In realtà una delle ipotesi per dare un maggior valore aggiunto al pescato sarebbe quello di installare già a bordo dei pescherecci - pure quelli piccini - delle attrezzature in grado di selezionare, congelare, impacchettare il pescato in modo da poterlo consegnare a terra già pronto per il trasporto. Un’ipotesi abbastanza tecnologicamente ardita in quanto un tunnel del freddo e un impianto di confezione occupano spazio - ed a bordo non ve ne è molto - e costano parecchio. E quindi non è ammortizzabile da un’attività comunque povera e sempre di più in povertà. Ricordiamo che ormai il pescato che arriva sulle tavole italiane, per l’80% non è italiano. Ricordiamo che le normative europee hanno, di fatto, messo al molo 6800 piccoli pescherecci.

La richiesta del pesce è sempre consistente e può essere soddisfatta ormai solo dal pesce di allevamento.. Che per ora arriva dalle acque giallastre dei mari Cinesi. Perché in Italia, ancora per ora sono necessari ben sei pareri positivi di sei autorità “incompetenti” ed un paio di anni di tempo.

Basta andare in Marocco ed ecco che è molto più facile, rapido e conveniente realizzare un’acquacultura. Non ci addentriamo negli innumerevoli divieti, nelle incredibili pastoie, nelle fantasmagoriche multe per chi “pesca sbagliato” ( al secondo fallo vi è la sospensione della licenza A VITA ) ed altre tristi amenità burocratiche.

Qualche proposta fuori dal coro ?

Eccole.

1 - invogliare veramente le nuove generazioni ad intraprendere la dura vita del marinaio, piena di rischi ma ricca di libertà.

Per invogliarli non sono necessari tanti “corsi regionali” ma una bella esenzione fiscale totale per i primi anni di attività..

2- Togliere imposte, tasse, IVA da pescherecci, reti, attrezzature per i nuovi pescherecci che installano motori diesel moderni, a basso consumo o che installano l’impianto a gas od a GPL e magari qualche pannello solare di ultima generazione. Come per le auto. Perché gas metano e GPL comunque costeranno sempre meno del gasolio anche quando raffinato da un barile di petrolio poco costoso.

3 - Obbligare TUTTI i paesi rivieraschi non CE e tutti i pescherecci che entrano nel Mediterraneo a seguire le stesse Leggi e regolamenti dell’Unione Europea. I Radar costieri di Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Grecia ed i nostri sistemi satellitari sono in grado di mappare le rotte, tracciare tutti i movimenti di tutti i pescherecci che entrano nel Mediterraneo. E che siano essi Cinesi, o Giapponesi, o Coreani, piuttosto che Turchi, Libanesi, Algerini, nulla vieta di essere molto chiari: volete ancora i nostri quattrini ? Volete ancora i fondi della cooperazione Italiana, Francese, Europea ? Volete continuare a non rendere un solo Euro di tutta la montagna del nostro denaro che avete ricevuto in prestito a tasso agevolato ? Allora mettetevi in riga, adottate scrupolosamente le normative europee. E per le altre flotte, quelle Cinesi, Coreane ? Nessun problema. Se vogliono continuare a fare i loro soli profitti nel Mediterraneo senza adeguarsi alle regole europee devono sapere che, un giorno si’ e l’altro pure, una motovedetta europea li andrà a perquisire alla ricerca di armi, droga, terroristi, clandestini .. e quant’altro ammesso dal codice della navigazione . Navigare nel Mediterraneo, per questi pirati, deve diventare come navigare nella “tempesta perfetta”. E la burocrazia Europea è capacissima di scatenarla..

Sul convegno, poi finalmente, è arrivato un refolo di brezza, e le sue acque calme e piatte sono state improvvisamente animate e si sono pure increspate. Perché finalmente, cosa rara nei convegni di simil-politica , dove solo pochi parlano, quasi sempre non sono ammessi interlocutori dalla platea. In questo caso ben tre pescatori hanno presentato le loro rimostranze in modo deciso e Salvatore Tredici, rappresentante dei pescatori della Calabria e della Sicilia ha annunciato il prossimo sciopero nazionale.

La conclusione, sintetica, lapidaria, diretta , è stata concretizzata dalle poche parole del Mazarese “Capitan Asaro”. Scandendole bene ha detto semplicemente:
“ Ma quand’è che ce ne andiamo dall’ Europa” ?

L’intervista, in esclusiva assoluta, all'Avv. Abdel Fattah Mourou, vice presidente del Senato della Repubblica Tunisina e co-fondatore del partito filo-islamico Ennahda.

L'intervista è avvenuta nella tarda mattinata di Sabato 8 Ottobre a Mazara del Vallo, in occasione del Blue Sea Land.

Per quei casi strani della vita, dopo oltre dodici anni passati in Tunisia , anni pre e post rivoluzione, in modo del tutto casuale, ho avuto modo di incontrare l'Avv. Abdel Fattah Mourou .

L'Avvocato era seduto giusto a pochi metri da me ad un convegno sulle eccedenze alimentari.

Forte della mia conoscenza di diverse lingue, sorprendendolo con il mio tedesco prima e francese poi, ho avuto modo di "rapirlo" dolcemente e di trasferirlo su una comoda poltroncina rossa dello stupendo Teatro Garibaldi di Mazara.

E qui, soli in una platea vuota, abbiamo potuto intrattenere una lunga e discreta conversazione sulla Tunisia di ieri, di oggi e di domani.

La dialettica di Abdel Fattah Mourou è sempre forense ed i primi approcci sono quelli che abbiamo sentito ormai da anni.

" La rivoluzione ha bisogno di tempo, molto tempo per sostituire l'anarchia post-rivoluzionaria con la legalità vera."
L'esempio classico, sempre buono, che sento da anni:
" Ma voi Italiani quanto tempo avete impiegato per realizzare la vostra democrazia ?"

Ovviamente cent'anni non sono bastati.
Risposta scontata.
Diciamo che all'Avv. Abdel Fattah Mourou , se può, piace vincere facile..

Ma poi parliamo di investimenti stranieri:
richiesti ma.. con tante riserve.
La Tunisia vuole sviluppare l'agricoltura ?

Ma allora perché lo straniero non può comprare i terreni agricoli ?
"Perché sono pochi..e vanno riservati ai Tunisini" mi risponde.

Lo straniero può investire e lavorarci con un socio di maggioranza tunisino.
Ma allora chi mai si mette in queste condizioni assurde ?
In Italia, dove i terreni agricoli sono pochi, nessuno vieta ad un Tunisino di comprare e di sfruttare un terreno agricolo da solo, senza un socio di maggioranza italiano.
E poi, lo steso problema per il commercio..

Uno straniero può gestire una qualsiasi attività commerciale solo ed esclusivamente se ha un socio di maggioranza tunisino.

Perché mai ?

Nella casbah di Mazara i Tunisini hanno bar, negozi di souvenir, senza soci italiani di maggioranza, e sul fiume Mazaro è pure ormeggiato qualche peschereccio di Tunisini, che pescano liberamente senza avere un socio di maggioranza italiano.

Da dopo la rivoluzione, anno 2011, ben poco è cambiato.

Sicurezza ?
Il governo Tunisino cerca di fare il massimo.. ma non è facile, in particolare sul confine con l'Algeria.

La corruzione delle Dogane ?
" se dovessimo dare una ripulita non ci resterebbe nessuno.."
Risposta onesta e veritiera.
"Ci vuole tempo"..

Ma la tecnica del rinvio dell'udienza che non si farà mai non sposta il giudizio del Popolo..

Costo della vita ormai più elevato di quello in Sicilia:
uno dei danni collaterali della guerra in Libia.

Il meglio della produzione locale è esportato in Libia.
I Libici pagano bene, pagano tanto, e comprano molto, insomma di tutto.
Dopotutto è una nota positiva..
Contrabbando ? Dal carburante al cemento, dalle automobili ai tondini per le costruzioni ? .
Anche in questo caso " ci vuole tempo..".

Guerriglia libica:
la Tunisia non si intromette, anche se, di fatto, a Tunisi ormai è accampato metà del governo di Tripoli.

Per motivi di sicurezza e per facilità di movimento.
Previsioni per il futuro:
l'Avvocato chiede tempo, ancora tempo, molto tempo.

In termini forensi continua si può dire che continua a chiedere al giudice di rinviare il dibattimento, la discussione finale, di andare a sentenza.

Insomma nel suo dossier mancano ancora le carte per vincere il dibattimento, per avere la sentenza assolutoria da parte della Storia.

Ma fino a quando ?

Perché il Tempo del Giudizio arriva sempre all'improvviso, quando nessuno se lo aspetta, anche se la voglia di combattere ancora non manca mai.

E forse proprio questo pensiero, alla fine dell'intervista all'Avvocato e combattente, balugina nelle pupille di Abdel Fattah Mourou, classe 1948 del segno dei Gemelli: un tipico irrequieto dalle mille idee..

I Guinnes dei primati.. tutti Mazaresi.

789 metri di Cubbaita realizzata da cinquanta pasticcieri.

1240 metri di Pane Cunzatu.

ed altri numeri di questa quinta edizione

52 delegazioni straniere

300 incontri B to B..con circa 85 buyers.

7 Ministri e 31 Ambasciatori

350 imprese presenti.

1500 incontri B to B.

Le conclusioni..

La quinta edizione ha visto la partecipazione - assai numerosa - di Nazioni nelle cui acque la marineria Mazarese non opera, non getta le reti, non naviga quasi mai.

Un paio di queste poi il mare non lo hanno proprio..

In realtà questa edizione si è proiettata ben oltre il mediterraneo con presenze di nazioni come il Burkina Faso, la Bosnia Erzegovina, il Congo, il Sud Africa, la Costa d’Avorio, il Ghana, il Niger, la Guinea Equatoriale, il Sudan, lo Zambia, l’Uganda, il minuscolo Gambia..e poi gli Emirati Arabi Uniti, l’Iraq, l’Arabia Saudita, lo Yemen, l’Oman, la Somalia, l’Angola…

Ma non risolve i problemi Mazeresi..

Come il dragaggio del canale che da anni crea danni economici e di immagine, quello della pesca selvaggia della flotta Cinese, Algerina, Marocchina nelle acque del Mediterraneo .

Acque del Mediterraneo dove la flotta Mazarese è costantemente controllata e tracciata dalle normative Europee di un’Europa che invece non è in grado di regolare, tracciare, le altre flotte, assolutamente “selvagge” e che operano sotto la bandiera degli “amici” del Mediterraneo come Egiziani, Libanesi, Siriani, Libici, Ciprioti, Tunisini, Algerini, Marocchini..

Flotte che in effetti sono libere dai legacci della Comunità Europea, e senza alcun controllo del pescato.

Contatti con l’autore: info@topbtw.com

( Giorgio Comerio )