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Mazara del Vallo: Guardia Costiera sequestra circa 10 tonnellate di pesce spada

New York. Trump ed il Dragone Cinese

(Martedì 17 Gennaio 2017)
New York - Il capodanno cinese, quest'anno, è il 28 Gennaio.

Anno del Gallo, al quale magari Trump, tira il collo..

E quindi a fine mese vedremo cosa si inventano i boss del partito unico.

Perché provare " a vedere che effetto che fa" è un giochetto che pare essere di moda a Pechino.

I Cinesi, ormai vera potenza mondiale, nazione in espansione in Africa, Asia, da qualche tempo ogni tanto disturbano i cugini Giapponesi, tanto - appunto - " per vedere che effetto che fa."

Il tutto per quattro isolette sperdute ed insignificanti e - forse - qualche barile di petrolio.

E già qui Obama prima e Trump hanno parlato chiaro: il Giappone si deve arrangiare da solo perché gli USA non sosterranno più la sua difesa.

Musica per le orecchie del Giappone che, fra un sorriso ed un inchino, dopo il dovuto omaggio a Pearl Harbour, ora ha un nuovo volano per la sua economia.

Il settore della difesa aspettava molto pazientemente questo momento da settant'anni..

Ma una musica non tanto gradita alle orecchie di Pechino.

Poi la telefonata con Taiwan..

Pechino strilla un pochettino ma.. deve stare attenta a non passare per la comare isterica.

Anche perché Trump li ha subito ricordato che lui, al telefono, parla con chi vuole..

Senza chiedere il permesso a nessuno.

Il "China Daily" uno dei soliti organi ufficiali del Partito, ora mette in evidenza quanto ripetuto dal portavoce del ministro degli esteri cinese, Lu Kang: "la Cina è una sola, e vi è una sola Cina nel Mondo".

E chi ne dubitava mai ?

Non solo, ma aggiunge che a Trump : "difficilmente verrà concesso il beneficio del dubbio una seconda volta.. "

Pure arroganti..

Ma il Dragone ora dovrà iniziare a riflettere sul suo prossimo ridimensionamento..

Perché per mettere "in riga" Pechino, in definitiva, a Trump bastano tre mosse.

Ed infatti una delle prime mosse di Trump è la fine dell'embargo con Mosca, ed il ripristino delle buone relazioni con Putin, con precisi accordi di "non belligeranza" che il suo staff di generali è benissimo in grado di redigere.

Ricordiamo che Trump ha uno staff di ex-militari preparatissimo che tutto cio' che accade a Mosca se lo studia, ora per ora, telefonata per telefonata, email per email, da quasi vent'anni.

Poi vi è la seconda mossa, ovvero la vera indipendenza energetica degli USA:
petrolio, gasdotti, carbone, nucleare, gas di scisto, etc .

Insomma l'indipendenza energetica sarà il secondo passo della "grande marcia" di Donal Trump.

Ed il cambio al vertice dell'Agenzia dell'Ambiente sarà fondamentale per dare più briglia a tutto il comparto energetico..

Infine la terza mossa, quella vincente per dare scacco matto a Pechino.

Basta una moderata svalutazione del dollaro non più legato, comunque, al prezzo del petrolio, non più fondamentale per gli USA, che verrà comunque tenuto sempre basso.

Sia per non arricchire troppo Mosca e Theran, sia per tenere sotto controllo Venezuela, Messico ed Emirati.

Il grande partner in questa vicenda è l'Arabia Saudita, ormai legata con un bel cappio al Dipartimento di Stato USA.

Un cappio da un bel pacco di miliardi di dollari per forniture militari da oggi ai prossimi vent'anni..

Una svalutazione che potrebbe facilmente arrivare al 5% ed una riduzione delle imposte all'industria USA al 10% significa ripresa dell'export "made in USA" e riduzione delle importazioni.

E quindi un bel rientro di dollari, oppure di Euro ..
Non male.

E poi imposte e dazi su prodotti non USA.. iniziando con il "rivedere" i vari accordi di libero scambio; dal Canada al Messico, dal Centro e Sud America ai Caraibi, etc. etc.
Insomma scambio libero ma.. alla pari.

Ed allora ecco riprendere quota il vecchio protezionismo , con un occhio di riguardo alla cara vecchia Inghilterra.

Perché la "sponda europea" dell'economia USA è di già bella che pronta.

La Cina dovrà leccarsi le ferite: le sue montagne di titoli di stato USA sono la vera zavorra nella sua economia che, sbilanciata sull'export, dovrà ridimensionarsi.

Ed addio gli incrementi annuali a due cifre, addio all'economia spesso assistita e gestita dallo Stato e dal Partito.

Non solo.

Gli importanti investimenti Cinesi in USA saranno messi sottola la lente d'ingrandimento da parte del Dipartimento di Stato per evitare il passaggio di tecnologia USA verso Pechino.

Perché il giochetto di fare quattrini vendendo sotto costo in USA grandi quantità di prodotti a bassa tecnologia per poi investire dollari in alta tecnologia USA destinata agli armamenti, al settore aerospaziale ed all'impiantistica industriale d'avanguardia, ( pure realizzata in USA) andrà a finire.

Insomma i Cinesi hanno capito che anche gli USA sono in grado di realizzarle una bella muraglia.

( Giorgio Comerio )