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Mazara. Omicidio Lungaro, tre testimoni in aula. Una storia di violenza, camuffatada incidente

(Mercoledì 22 Febbraio 2017)
Mazara - Tre testimoni sono stati ascoltati in Corte d’Assise, a Trapani, nell’ultima udienza del processo che per l’omicidio dell’82enne mazarese Giovanbattista Lungaro vede imputati i
campobellesi Salvatore Agatone, di 50 anni, e Andrea Managò, di 41. Lungaro morì la notte del 10 luglio 2015 a causa delle gravi lesioni riportate in un violento tamponamento dell’auto (una Fiat Panda) su cui viaggiava insieme ad altre tre persone. Il tamponamento, nonché il successivo tentato omicidio di chi era alla guida dell’auto su cui viaggiava Lungaro, e cioè il 36enne Umberto La Barbera, sarebbe stato il drammatico epilogo di una furiosa lite con i presunti aggressori, il cui vero obiettivo era La Barbera. Dalla ricostruzione operata dai carabinieri di Mazara emerse subito che quello che a prima vista poteva sembrare un normale, anche se grave, incidente stradale, sarebbe stato, invece, un impatto volutamente provocato da chi era alla guida dell’auto (Alfa 145) che stava dietro. E che poco prima i due gruppi avevano avuto una lite. Nell’auto inseguita, raggiunta e speronata c’erano tre uomini adulti e una bambina. Dopo l’impatto tra i due mezzi (la bambina è rimasta illesa), gli inseguitori hanno aggredito La Barbera con calci e pugni, ferendolo infine con alcune coltellate. Adesso, nel processo ad Agatone e Managò sono stati ascoltati, su richiesta della Procura di Marsala, Umberto La Barbera, Nicolò Accardi e Maria Antonella Cascio. Tema sono stati i pregressi rapporti tra Agatone e la Cascio. La Barbera ha dichiarato di essere stato fino alla morte del Lungaro compagno convivente dell’anziana vittima per oltre 20 anni e di avere avuto negli anni una relazione sentimentale con la Cascio, adesso sposata con l'Accardi. Ha precisato, comunque, di essere ancora in buoni rapporti di amicizia sia con l'Accardi che con la Cascio. Quest’ultima ha confermato tali rapporti, ma in altri punti della sua deposizione ha fatto dichiarazioni in netto contrasto con quelle del La Barbera, tant'è che la Corte ha disposto un immediato confronto. Nicolò Accardi, marito della Cascio, ha invece affermato di aver avuto con l'Agatone parecchi scontri fisici. E ciò da quando Agatone ha detto di essere il padre dell'ultima figlia della coppia Accardi/Cascio (proprio nei giorni scorsi, il Tribunale per i minorenni ha tolto i figli alla coppia). Accardi ha, inoltre, raccontato di aver tentato, poche settimane prima della morte di Lungaro, di avere investito l’auto Agatone nel tentativo di ucciderlo. Ha, inoltre, ammesso di avere ripetutamente e in varie occasioni picchiato l'Agatone. Anche il 9 luglio 2015, procurandosi addirittura la frattura al polso sinistro per la violenza con cui aveva colpito l'Agatone. Dalle dichiarazioni rese dalla Cascio si è, poi, appreso, per la prima volta, che al momento del tamponamento il conducente della Panda, La Barbera, avrebbe tirato il freno a mano per girare a sinistra, con manovra repentina e senza preannunciare la svolta. Lungaro avrebbe, quindi, potuto sbattere la testa sulla carrozzeria. Contraddizioni, infine, sono emerse anche circa l'uso delle cinture di sicurezza, nonché sulle tracce di sangue dentro l’auto e sulla strada.

[Fonte: www.tp24.it]