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Alessandro Marino, il pianista di Mazara che porta il suo Sud a New York

(Sabato 14 Aprile 2018) VIDEO
Mazara - Questione di talenti. A 30 anni il maestro Alessandro Marino è quasi coetaneo di Luigi Di Maio; anzi, per l’esattezza è di un anno e 2 mesi più giovane. Come il capo politico 5 Stelle è nato in una cittadina del Mezzogiorno: Di Maio è campano di Pomigliano d’Arco, lui è siciliano di Mazara del Vallo, estremo Sud-Ovest d’Italia. In quel deserto di speranze per i giovani
che purtroppo è il Meridione sono due trentenni che, senza raccomandazioni o santi in Paradiso, stanno conquistando gran bei successi. Certo, Di Maio è molto più famoso di Marino. Ma Alessandro pianista romantico-virtuoso che nel 2015 ha vinto il Top Prize all’Ibla Grand Prize (la straordinaria manifestazione musicale ideata a Ibla-Ragusa da Salvatore Montisanti, un pianista siciliano che da anni vive a New York) nella sua ancor breve carriera si è già esibito in prestigiosi palcoscenici: dalla Cappella Paolina del Quirinale alla Fundacion Botin a Santander, dal Felix Mertis di Amsterdam al Tblisi State Conservatoire in Georgia alla Carnegie Hall di New York.

Altri spartiti, altro Sud. «Cosa penso del reddito di cittadinanza? La sua domanda è assolutamente legittima: non vivo di solo musica. Sinceramente non ho problemi a dire che mi sembra una proposta abbastanza ridicola. Anzi, temo che porterebbe ulteriore rilassamento. Tra l’altro con la cifra di reddito promessa in alcune zone - per esempio, della Sicilia - si può vivere benissimo. Non si avrebbe nessun incentivo a cercarsi un lavoro», dice Marino, docente di pianoforte al Conservatorio Peri di Reggio Emilia e a Milano alla scuola Ottavanota.

Naso importante su un viso incavato, un po’ Battiato un po’ Gaber, Alessandro che lo scorso febbraio al Teatro Comunale di Ferrara per l’inaugurazione della collezione Cavallini-Sgarbi ha incantato con la Rapsodia in Blu di Gershwin e i travolgenti ritmi etnici di Gottschalk proprio perché ormai vive lontano dalla sua terra da buon «siciliano di mare aperto» (categoria illustrata da Andrea Camilleri a Marcello Sorgi nel libro-dialogo edito da Sellerio) non è tipo da perdersi in lamenti e nostalgie. «Mio fratello maggiore Marcello è cardiochirurgo a Crema. Tra i miei più cari amici Antonino ora lavora in Cile, mentre Dario sta a Como. Io stesso ormai ho residenza a Milano. Insomma, per l’università o per lavorare i giovani vanno tutti via da Mazara».

Il suo viaggio. Padre medico, madre casalinga entrambi appassionati di musica Alessandro ha iniziato a studiare a 9 anni il pianoforte; superbravo in matematica ha passato con il massimo dei voti la maturità scientifica e ha conseguito i diplomi cum laude e dignità d’incisione al Conservatorio di Trapani, al Conservatorio di Cesena, ha ottenuto il master di II livello al Verdi di Milano (maestro Giovanni Bellucci) e nel 2011, sotto la guida di Piero Rattalino, quello di alto perfezionamento alla Scuola superiore di studi del pianoforte dell’Accademia di Imola fondata e diretta da Franco Scala frequentata da allievi di tutto il mondo. «I 6 anni a Imola mi hanno completamente cambiato. Appena arrivato mi crollò il mondo addosso: erano tutti dei talenti. Ho capito che dovevo abbassare la cresta e ricominciare da zero. Studiavo anche nei tempi morti in aeroporto». Però non solo dopo l’Accademia Alessandro ha trovato subito lavoro, non solo a Imola ha incontrato l’amore (è fidanzato con Luisa, giovane milanese pianista-economista ora all’Insead di Fontainebleau) ma ha assorbito il metodo creato da Scala per far esprimere ai giovani artisti il loro talento non livellandoli ma esaltando al massimo le singole potenzialità.

Metodo che se fosse Di Maio applicherebbe alla sua terra? Sorride: «Siccome non lo sono, umilmente osservo solo che abbiamo non solo una crisi economica ma soprattutto una crisi di valori. La Sicilia e anche la Calabria sono fucina di talenti, in verità sia nel bene che nel male. Il punto è valorizzare le nostre, tante eccellenze». Suonerai a Palermo capitale della cultura 2018? Amara risposta: «No. Mi hanno detto che non sono né abbastanza famoso né abbastanza giovane».

[Fonte: lastampa.it - CHIARA BERIA DI ARGENTINE]